Marmirolo è un tipico paese di pianura, nello specifico la Pianura Padana; il suo territorio è prevalentemente pianeggiante, ad eccezione del terrazzo che delinea a Nord Est nella vallata del fiume Mincio le ultime propaggini delle colline moreniche che corrono verso il lago di Garda. Frazioni Pozzolo, Marengo e San Brizio. Oltre al Mincio, troviamo molti altri corsi d'acqua, come il Parcarello, il Roggia Re, la Molinella, lo Sgarzanella e il Canal Bianco. Situato all'interno del Comune di Marmirolo troviamo anche Bosco della Fontana: esso è ciò che rimane delle ben più ampie antiche foreste planiziarie che ricoprivano un tempo tutta la Pianura Padana e testimoniano quanto rigogliosa doveva essere un tempo la vegetazione.
STORIA
Marmirolo è menzionato per la prima volta in un documento datato 970. Antico possedimento dei Canossa, nel 1055 passò a Mantova a seguito di un diploma imperiale. La storia di Marmirolo è legata a quella della dinastia Gonzaga, nobili terrieri famosi grazie alla città di Mantova, che tennero dal 1328 al 1707. I Gonzaga possedevano a Marmirolo molte terre e palazzi, ancora prima di diventare i signori della città virgiliana. All'epoca il paese era composto da tre borghi: di Castello (con piazza in “platea burgicastri”), delle Lame (in "Burgo lamurum”), dei Ronchi (in "Burgo roncorum"). In quest'ultimo nell'estate del 1328 venne progettata la congiura contro i Bonacolsi, che portò i Gonzaga a prendere il possesso di Mantova.
Nel 1435 fu costruito un nuovo palazzo voluto da Gianfrancesco Gonzaga presso il “Re de' fossi". Questo fu ampliato nel 1480 con l'intervento di Luca Fancelli e decorato da artisti come Andrea Mantegna e Leombruno. II cosiddetto "famoso palazzo” fu ultimato da Giulio Romano fra il 1531 e il 1539, ma nell'arco di breve tempo la struttura cadde in disgrazia, tanto che fra il 1756 e il 1798 fu completamente raso al suolo.
Degna di grande considerazione è la Palazzina gonzaghesca di Bosco Fontana, opera degli architetti cremonesi Francesco e Giuseppe Dattaro, realizzata per il duca Vincenzo I Gonzaga verso la fine del Cinquecento. A Marmirolo non resta molto altro, se si esclude la torre, situata nella piazza centrale del paese: costruita sui resti di una precedente costruzione crollata nel luglio del 1700, ha ospitato fino alla seconda guerra mondiale le campane appartenute alla prima torre, poi andate fuse a sostegno dell'attività bellica.
La chiesa parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo è invece datata 1748. I lavori iniziarono nel 1728, su progetto dell'architetto Paolo Soratini. L'edificio di culto, che ospita pregevoli tele del pittore veronese Frà Semplice (l'Elevazione della Croce ed il Trasporto di Cristo), venne edificato sulla base di una chiesa già esistente, risalente al 1279.
Marmirolo è gemellato con Massa Lombarda. L'amicizia tra i due paesi ha origine lontane. Nel 1251 un gruppo di famiglie marmirolesi lasciarono il loro paese d'origine, in fuga dalle angherie di Ezzelino III da Romano. La preponderanza numerica determinò così in un decennio il cambio dell'antico toponimo Massa Sancti Pauli in Massa Lombardorum, poi dei Lombardi.
RISEVA NATURALE BOSCO FONTANA
I primi cenni storici che citano il Bosco Fontana risalgono al Trecento. Tra il XII ed il XIII secolo i Gonzaga, futuri signori di Mantova, vengono in possesso di una vasta tenuta tra il Mincio, Goito e Marmirolo, che allora era ricoperta da una vasta e fitta foresta e ricchissima di selvaggina e la trasformano in una grande riserva di caccia. Ai Gonzaga si deve l'iniziativa primaria di quei vincoli protezionistici che hanno portato fino a noi, attraverso le mille e una vicissitudini succedutesi nel corso dei secoli, di questo intatto angolo naturale della pianura padana. Pur essendo un biotopo con caratteristiche ben precise di foresta planiziaria, il Bosco Fontana presenta al suo interno alcuni microsistemi che ne arricchiscono le caratteristiche ambientali e ne aumentano le diversità botaniche.
l complesso boschivo è composto da una mescolanza di latifoglie, che dalla notte dei tempi hanno sempre occupato queste zone. Pur essendo stato sfruttato nei secoli per la produzione di legname, la presenza di querco-carpineti è ancora massiccia. Accanto alle piante di alto fusto, che costituiscono l'interesse principale dell'ecosistema, nel parco si possono trovare alcune radure aperte e ricche di fiori, di specie erbacee e numerose piante igrofile di sponda, di superficie e sommerse; ed ancora un buon numero di specie di funghi.
Elemento molto importante, che influenza in modo determinante il profilo fitobotanico della biocenosi di Bosco Fontana, è la ricchezza delle acque di superficie e di falda.
Numerose le specie animali, fra le quali spicca la donnola, la faina e la puzzola. Fra gli uccelli, storica è la presenza del nibbio bruno, rapace che predilige la vicinanza di corsi d'acqua, dove cattura i pesci di cui si nutre. Si possono trovare anche altre specie, legate alla presenza dei boschi come il picchio rosso maggiore e il torcicollo. Presenti anche specie legate all'acqua quali anatre, limicoli e diverse specie di anfibi.